Il rapporto tra mondo metafisico e mondo fisico dal punto di vista dell'Episteme

Nello studio del rapporto tra mondo metafisico e mondo fisico, qui non si potrà riassumere il sapere epistemico, né la metafisica epistemica. Si cercherà si spiegarne il concetto con la critica di ciò che comunemente si intende per esso.

Il giudizio Universale - Michelangelo Buonarroti 



Autore: Giulio Portolan
Data: 12 agosto 2025
Luogo: Pordenone, Italia


Nella vulgata popolare, che è anche quella scientifica, ciò che non appare è definito:al di là
mondo soprannaturale

  • Oltretomba
  • Mondo ultraterreno
  • Mondo divino e celeste
  • “Cielo”
  • Mondo spirituale
  • Semplicemente “Dio”
  • Luce

In Dante i regni dell’Oltretomba sono diversi: Dio, Cielo delle stelle fisse, Paradiso, Purgatorio, Limbo, Inferno. Il mondo naturale, la Natura, il mondo terreno, è sulla superficie terrestre. Da Galileo in poi, questa “terra” è sullo stesso piano dell’Universo, detto cosmo.

Esso contiene galassie, stelle, pianeti, corpi celesti come quasar e nebulose. La materia è fatta di atomi, questi di sub-particelle, tra cui i quark.

Le forze della Natura sono 4: gravitazionale, debole, forte ed elettromagnetica.

Quando, in chiave cristiana e non solo, ci si riferisce a una realtà invisibile, si pensa subito a:

  • preghiera
  • mistica
  • spiritualità
  • angeli e diavoli (detti più elegantemente demoni…

Ratzinger ha dichiarato il Limbo non più necessario, mentre data l’enormità del cosmo, i teologi non sanno più fisicamente collocare né paradiso né inferno, e così sempre Ratzinger ha dichiarato il superamento della concezione “fisica” di queste realtà:l’al di là e l’inferno non sarebbero luoghi fisici, ma solo condizioni esistenziali, di presenza o assenza di Dio.

Tutto questo dettagliato insieme di mondi e condizioni nell’episteme è errato.

Intanto esiste una realtà fisica di tipo non apparente, di cui gli stessi scienziati fanno timida esperienza quando parlano di una invisibile “materia oscura”.

Poi essi teorizzano ciò che non appare, ma sempre in senso fisico: sia ciò che sta dentro un buco nero, sia gli infiniti cosmi paralleli.

Si tratta di capire che nell’episteme ha ragione il film Matrix (1999), ripresa del paradigma del “cervello nella vasca” di Putnam: secondo l’episteme l’uomo sperimenta una realtà virtuale, e il luogo reale dove si trova è da tutt’altra parte: ma questo luogo è fisico, non è “mistico-spirituale…” (non è l’al di là…).

Poi: esiste per l’episteme un cosmo per Dio: questo cosmo è il vero cosmo, strutturalmente perfetto. Dunque anch’esso fisico: Dio sperimenta in esso una sua realtà fisica, di tipo materiale, e non solo (per il fatto di essere Dio) di tipo spirituale.

Ancora: metafisica significa sì al di là, ma nell’al di là dopo la morte, gli esseri umani sperimentano un mondo fisico, sempre creato, come cosmo strutturalmente perfetto, anche se creato (immagine di quello divino).

Come si vede con il rasoio di Occam non si va da nessuna parte.

La magnificenza di questa concezione è mitigata dalla presenza della possibilità dell’inferno: luogo fisico come possibile destinazione dell’uomo dopo la morte.

Ancora: perché l’Universo è straordinariamente grande? Perché esso è per le proporzioni di Adamo, che ha proporzioni colossali, e non è calibrato per i “piccoli” esseri umani.

Così, sì il cosmo apparente è enorme, ma è pur sempre piccolo rispetto al paradiso e all’inferno, che lo contengono.

Insomma, come dice Eraclito, dopo la morte l’uomo avrà qualche bella sorpresa, incontrando una realtà che non è “luce mistica” (come dice il fisico italo-americano Federico Faggin, suggestionato da una sua esperienza soggettiva di tipo mistico-spirituale), ma che è la realtà vera, di tipo sia fisico che metafisico, sia spirituale che materiale, senza escludersi (fatto escluso dalla Chiesa per sua incapacità di gestirlo speculativamente…) il piacere sessuale, in ogni sua forma, inclusa quella tecnica, nell’ al di là, insieme all’esperienza estatica mentale (simulata oggi dalle droghe).

Nell’ambito dell’episteme la rappresentazione dell’al di là è scientificamente rigorosa: nell’al di là ci sono le galassie, i pianeti, la tecnica, i computer, i social, ma tutto questo in modo vero, ma non metaforicamente trasfigurato, bensì proprio in senso anche materiale: la vera materialità, di cui (per ovvie ragioni) la Chiesa ha orrore…

Quindi in conclusione non è vero che al di là = mistica, ma è vero che al di là = vera scienza, vero scientismo, vera tecnica, e vero piacere, anche sessuale.

Portolan non vende sogni, semplicemente perché questo “paradiso” non è a buon mercato, lo si deve guadagnare, secondo la dottrina tradizionale della fede, in senso etico-morale. Io trovo il vero piacere, anche sessuale, nell’al di là, a condizione che ora sia casto.


Riferimenti bibliografici  

Giulio Portolan - Fondamenti di Scienza Steleologia - Aracne Editrice 



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