Pianezza al Salone del Libro: quando la cultura diventa motore economico
Ogni euro investito in cultura può generare un ritorno economico compreso tra 2,5 e 5 euro. Non si tratta di un semplice slogan, ma di una stima confermata da ricerche economiche e istituti indipendenti. In un momento storico in cui molti comuni italiani si trovano a fare i conti con bilanci ridotti e risorse limitate, Pianezza rappresenta un esempio virtuoso: ha scelto di puntare sulla cultura come motore di sviluppo, educazione e identità.
La partecipazione del Comune al Salone Internazionale del Libro di Torino è solo la punta dell’iceberg di una visione più ampia e lungimirante, che riconosce nella cultura un volano non solo simbolico, ma anche economico e sociale.
Cultura, scuola e territorio: un triangolo virtuoso
L’investimento culturale, se ben indirizzato, si riflette direttamente anche nella scuola e nella formazione dei più giovani. L’adesione delle scuole dell’Arca e dell’Istituto comprensivo di Pianezza al Salone del Libro testimonia la volontà del Comune di creare un ponte tra l’istruzione e la cittadinanza attiva, tra conoscenza e territorio.
Per i bambini e i ragazzi, partecipare a eventi come il Salone significa uscire dall’aula e sperimentare la cultura dal vivo, toccarla con mano, viverla come qualcosa di reale e coinvolgente. È questo il vero significato dell’educazione culturale: non solo trasmettere saperi, ma formarli a essere cittadini più consapevoli, aperti e creativi.
Cultura, turismo e occupazione: un effetto moltiplicatore
I dati parlano chiaro: un evento culturale ben progettato genera ricadute economiche tangibili. Basti pensare al Salone del Libro di Torino, che ogni anno attira migliaia di visitatori, con benefici evidenti per alberghi, ristoranti, trasporti, negozi e servizi locali. Ma anche eventi a scala locale, come il Palio di Pianezza, possono diventare catalizzatori di turismo di prossimità, valorizzando l’identità cittadina e attivando circuiti economici virtuosi.
Inoltre, la cultura crea lavoro: non solo per artisti e operatori culturali, ma anche per tecnici, scenografi, grafici, comunicatori, bibliotecari e professionisti del digitale. È un settore trasversale e in continua evoluzione, che richiede competenze nuove e che può offrire opportunità anche ai giovani del territorio.
La spesa culturale: un segnale importante
Secondo i dati Openpolis, la spesa pro capite dei comuni italiani per la cultura è in media di 29,43 euro. Pianezza si colloca leggermente sotto questa soglia, con una spesa stimata tra i 25 e i 30 euro pro capite. Tuttavia, negli ultimi due anni, l’amministrazione ha saputo ottimizzare le risorse disponibili, puntando su scelte strategiche, sostenibili e capaci di coinvolgere la cittadinanza.
Questo dato suggerisce non solo un potenziale di crescita importante, ma anche una base solida su cui costruire politiche culturali sempre più ambiziose, in sinergia con le istituzioni torinesi e con altri comuni della Città Metropolitana.
Cultura come investimento, non come spesa
Il ritorno economico della cultura non si misura solo in termini immediati. Gli studi (Today.it, Startmag) dimostrano che il ROI medio della cultura oscilla tra 2,5 e 5 euro per ogni euro investito. Pianezza, con un ritorno prudente stimabile attorno ai 3 euro, ha tutto l’interesse a proseguire su questa strada.
La chiave del successo sta nella programmazione integrata: eventi locali ben promossi, coinvolgimento delle scuole e delle associazioni, attenzione al territorio e apertura verso collaborazioni regionali e nazionali.
La cultura migliora la qualità della vita
Biblioteche, mostre, incontri con gli autori, letture pubbliche, spazi rigenerati attraverso l’arte: tutto questo non è solo “decoro urbano”, ma qualità della vita. Le attività culturali stimolano la partecipazione civica, rafforzano il senso di appartenenza e rendono i territori più attrattivi per chi li vive e per chi li visita.
In un’epoca in cui i comuni competono per trattenere i giovani e attrarre nuovi residenti, la cultura è un fattore determinante. Non è un caso che molte amministrazioni locali, anche di piccole dimensioni, stiano rivalutando la centralità della cultura nelle loro politiche pubbliche.
Un futuro possibile: Pianezza cresce con la cultura
La partecipazione al Salone del Libro 2025 dimostra che Pianezza non vuole restare ai margini, ma desidera occupare un posto nella mappa culturale della Regione Piemonte. E ha tutte le carte in regola per farlo. Un aumento graduale della spesa culturale, anche di pochi euro pro capite, rappresenterebbe un passo importante per consolidare questo percorso.
Ma il vero salto di qualità avverrà quando la cultura verrà pienamente integrata nelle politiche scolastiche, urbanistiche, sociali e turistiche. Quando sarà vista non come un costo, ma come una risorsa strategica, capace di generare sviluppo sostenibile, benessere e nuove opportunità.
In questo senso, Pianezza è sulla buona strada. E il Salone del Libro, con le sue migliaia di storie e di idee, è il luogo perfetto per raccontarla.
PER PARTECIPARE AGLI EVENTI
L’assessore alla cultura Riccardo Gentile ha spiegato che il programma 2025 rappresenta un ulteriore salto di qualità rispetto all’anno precedente: «Abbiamo voluto valorizzare ancora di più gli autori pianezzesi e della cintura torinese, dando spazio alle loro opere, al dialogo con le istituzioni, alla creatività giovanile e all’innovazione sociale.»
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