INBAR traccia la strada della bioarchitettura e della sostenibilità

 

L’Assemblea INBAR 

Costruire oggi significa assumersi la responsabilità di lasciare un segno che migliori il domani. È questa la visione che guiderà l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura il 19 settembre 2025, alle ore 17:00, al Centro Congressi La Nuvola di Roma: un incontro in cui etica, tecnica, innovazione e creatività si intrecciano per ripensare la qualità del progetto come atto di cura verso persone e luoghi, volto al benessere.

Per l’INBAR, l’architettura non è solo forma o funzione, ma un organismo vivo in dialogo con l’ambiente, capace di restituire più di quanto consuma. Come sottolinea l’Arch. Piero Luigi Carcerano nell’articolo originale su Interiorissimi “Costruire il futuro: la bellezza del fare bene”, la transizione ecologica non è una possibilità tra le altre, ma un dovere culturale e sociale.

La formazione diventa lo strumento chiave per dare concretezza a questa visione: corsi, workshop, percorsi di aggiornamento e seminari specialistici coinvolgono ogni anno centinaia di professionisti, fornendo competenze avanzate e strumenti innovativi per progettare in modo sostenibile, verso biocompatibilità ed ecosostenibilità.

I lavori saranno aperti dall’Arch. Anna Carulli, Presidente nazionale INBAR, che presenterà le priorità 2025-2027: linee guida per la progettazione rigenerativa, la nuova piattaforma INBAR Hub per condividere buone pratiche, percorsi aggiornati di certificazione ecologica e una rete nazionale di sportelli di consulenza ambientale. Carulli illustrerà la sua visione di un’architettura radicata nel paesaggio e nell’identità mediterranea, capace di coniugare innovazione, decarbonizzazione e responsabilità sociale, in un dialogo continuo tra etica, ambiente e cultura del progetto.



Con l’Arch. Giò Dardano, Consigliere Nazionale delegato agli Affari Istruzionali, la bioarchitettura diventa narrazione: un intreccio di sogno, tecnica e consapevolezza critica, per un’architettura come atto politico, estetico e culturale. Dardano sintetizza la sua visione in un manifesto in cinque punti, dalla cura dei luoghi alla bellezza condivisa, dall’impronta ecologica al valore restituito.

L’Arch. Piero Luigi Carcerano, Presidente della Commissione Comunicazione, offrirà una lettura del “metodo della bioarchitettura” come etica dello spazio, mostrando come un edificio possa evolvere da struttura dissipativa a dispositivo rigenerativo, generando biodiversità e benessere attraverso materiali naturali, strategie passive e tecnologie ad alta efficienza. I temi in programma toccheranno alcune delle frontiere più avanzate della progettazione: architettura rigenerativa, bio-intelligent materials, neuroscienze e spazi che curano, comunità energetiche.

Ambiti in cui ricerca e pratica, innovazione e sensibilità umana si fondono per generare spazi capaci di migliorare la vita.

Il giorno successivo, 20 settembre alle ore 14:00, la visione nazionale proseguirà con l’Arch. Franco Parisi della Sezione di Roma, in un incontro dedicato a innovazione, biodistretti e sostenibilità, in dialogo con professionisti, istituzioni e cittadini.

Un doppio appuntamento che promette di ispirare, formare e unire: perché, come ricorda Carcerano, “il domani che vogliamo si costruisce oggi”.

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