Una professoressa di 21 anni tra studenti quasi coetanei: la storia di Libera

 


È giovanissima. A soli 21 anni, Libera Maria insegna Meccanica all’istituto professionale “Luigi Cremona” di Pavia. La sua è una vera e propria corsa contro il tempo, che le ha permesso di arrivare alla cattedra giovanissima.

Il padre, Alessandro, ha raccontato con orgoglio la sua storia a Orizzontescuola.it, spiegando che Libera ha ottenuto un incarico a tempo determinato con prospettive di ruolo nella classe di concorso B017, dedicata agli insegnanti tecnico-pratici.

L’amore per l’insegnamento è una tradizione di famiglia, trasmessa da genitori e nonni, ma questo sogno ha comportato per Libera un trasferimento dal Sud al Nord Italia, lontano da casa e dagli affetti. Ora la sua sfida è conquistare la fiducia degli studenti, che hanno pochi anni meno di lei, ma questa vicinanza d’età – dice – la aiuta a comprenderli meglio.


Dal banco alla cattedra

Dopo il diploma al liceo delle scienze umane, Libera ha seguito il consiglio del padre e ha conseguito anche un titolo professionale all’IPIA di Avellino, necessario per insegnare materie tecnico-pratiche.

Subito dopo, si è iscritta al concorso docenti PNRR2 in Lombardia, dove c’erano più opportunità rispetto alla sua regione. Superata la prova scritta con 82 punti a febbraio e poi l’orale e la prova pratica in estate, non si aspettava di essere chiamata così presto.

Ad agosto è comparsa in graduatoria e, poche settimane dopo, ha ottenuto la cattedra al “Cremona” di Pavia, dove ha preso servizio il 13 ottobre. “Sono la più giovane tra i colleghi”, racconta con entusiasmo.


Tra quasi coetanei, ma con rispetto

Libera insegna alle terze e quarte classi e ammette che la vicinanza anagrafica con gli studenti si sente, soprattutto con quelli più grandi. Tuttavia, l’impatto iniziale è stato molto positivo: ha trovato ragazzi rispettosi e partecipi, smentendo i pregiudizi sugli istituti professionali.

Secondo lei, oggi chi sceglie un percorso tecnico o professionale lo fa con maggiore consapevolezza, grazie anche alle informazioni che si trovano online. La sua età, spiega, è un punto di forza perché le consente di entrare facilmente in sintonia con gli studenti, purché “il rispetto non venga mai meno”.


Una famiglia di insegnanti e un nuovo inizio lontano da casa

La sua scelta di specializzarsi in un ambito tecnico tradizionalmente maschile ha sfidato gli stereotipi: “Anche le donne possono farcela”, dice con orgoglio.

In casa sua l’insegnamento è una tradizione: il padre è docente di informatica, la madre insegna, e anche i nonni le hanno trasmesso la passione per la scuola. “Mia nonna diceva che con la mia parlantina sarei diventata un’insegnante perfetta”, racconta.

Il trasferimento al Nord è stato improvviso e non facile. Libera sente la mancanza della famiglia e del fidanzato, ma il destino le ha riservato una sorpresa: anche lui ha ottenuto una supplenza a Bergamo, così i due hanno potuto ritrovarsi.

Attualmente vive in un albergo, in attesa di trovare casa. Lo stipendio non è elevato, ma per lei l’importante è costruire un futuro: “Molti di noi del Sud devono spostarsi al Nord per lavorare, ma ne vale la pena”.


Tra insegnamento e psicologia: i progetti futuri

Libera non ha dubbi: vuole continuare a insegnare, perché è ciò che ha sempre desiderato. Parallelamente, studia psicologia all’università ed è al terzo anno.

Contando di laurearsi in primavera, riesce a conciliare studio e lavoro, e sogna di unire le due passioni diventando psicologa scolastica, convinta che i giovani abbiano sempre più bisogno di figure di supporto.

Nel frattempo, ha già iniziato anche il percorso per ottenere il TFA sostegno, segno che il suo futuro è già ben indirizzato e ricco di ambizioni.

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