LAVORO: L'INNOVAZIONE PASSA PER L'ICT, MA LASCIA INDIETRO LE DONNE

Il 41% delle aziende italiane sta strutturando al proprio interno una funzione dedicata all’innovazione e, nel 67% dei casi, questa viene localizzata proprio all’interno della struttura ICT. 



È dunque l’ICT il vero motore dello sviluppo per il mondo delle aziende del nostro Paese, ma questa spinta in avanti sembra coinvolgere le risorse maschili in modo estremamente maggiore rispetto alla controparte femminile: se si analizzano i team di Innovazione digitale presenti nelle aziende italiane, infatti, si scopre che in media ci sono solo 2 donne ogni 9 uomini.

Per incentivare la presenza femminile nei percorsi STEM (ovvero scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) bisognerebbe agire sul sistema sociale, sul sistema scolastico e su quello produttivo” - spiega Stefano Pigolotti, Professional coach, imprenditore e formatore - Nonostante la scarsa presenza femminile per quanto riguarda gli ambiti tecnico-scientifici del mondo del lavoro italiano, ormai è impossibile non riconoscere il valore strategico delle donne nello sviluppo e nell’innovazione, anche grazie a particolari soft skills quali la capacità di problem solving, la propensione al pensiero laterale e l’apertura al cambiamento.
Stefano Pigolotti

Pigolotti spiega, a margine di un incontro formativo chiamato Skills Empowerment -  come l’innovazione stia diventando a tutti gli effetti un fattore centrale nella crescita aziendale e come "le donne possono e devono avere un ruolo importante nel favorirla". Come aveva del resto già spiegato nel 2014 Neelie Kroes, già commissaria europea per l’agenda digitale, «la tecnologia è troppo importante per essere lasciata solo agli uomini».

La scarsa presenza femminile nel settore ICT  è prima di tutto un problema culturale: tutto questo nasce in primo luogo per degli ancora presenti e duri a morire stereotipi di genere. 

All’interno di una ricerca condotta da NetConsulting, una realtà storica nel settore delle analisi di mercato e della consulenza ICT, condotta nel mese di marzo 2018 è infatti stato preso in esame un ampio campione di studentesse, alle quali, solo nel 12% dei casi, viene suggerito un percorso di studi tecnico-scientifico (laddove tale percorso viene consigliato al 21% dei maschi). Ne è risultato che, mentre il 66% dei ragazzi è interessato ad un’occupazione di stampo tecnologico, tale preferenza è espressa solo dal 35% delle ragazze. Di più: solo il 2% di loro riesce a immaginarsi nella direzione Sistemi Informativi di un’azienda.

Il gap di genere nel mondo dell’ICT, insomma, sembra ancora lontano dall’essere colmato, mentre le aziende italiane continuano a ricercare talenti digitali. 

Le figure più ricercate oggi risultano essere i Cyber Security Expert (50%), i Digital Strategist/Information Officer (42%), i Data Protection Officer (37%) e i Big Data Engineer (30%).

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