UNIVERSITÀ POPOLARE DI MILANO ALL'ATTACCO: PRIMA SENTENZA DI CONDANNA PER CHI HA DIFFAMATO UN MEMBRO DELL'ATENEO

Succede nello spazio “virtuale” (si fa per dire) di Facebook ma ora la controversia ha avuto esito giudiziario nelle aule del tribunale di Verbania.


La vicenda inizia nella primavera 2015.  Dopo aver cercato di ottenere la rimozione delle frasi offensive, la vittima si è rivolto alla Polizia Postale di Varese per diffamazione aggravata a sfondo sessuale: la vicenda è stata poi trasmessa alla Procura di Verbania. «Mi ha anche danneggiato pesantemente nella professione, facendomi perdere anche un contratto universitario internazionale».

In sede penale la persona che ha diffamato è stato condannato a 9 mesi, come riportano alcune testate giornalistiche, con una provisionale di 25mila euro. Resta da definire l’esito in civile. La richiesta di risarcimento «per danni morali, degradazione professionale» è in totale di 800mila euro. Una vicenda che ricorda le responsabilità personali nell’uso dei social network e che segnala anche i problemi con cui i professionisti hanno a che fare, nella tutela del proprio lavoro.

Il diffamatore che ha in più occasioni espresso menzogne nei riguardi di dell'università, Senato accademico, è stato dunque condannato dal Tribunale di Verbania a:

1) 9 mesi di reclusione
2) Rimborso di tutte le spese processuali
3) 25.000,00 euro di spese
4) altri 775.000,00 di danni richiesti saranno discussi in sede civile.

Fanno sapere dal senato accademico che i proventi della presente causa saranno tutti dedicati alla Ricerca Scientifica.

“La prima sentenza dal tribunale arriva subito e si fa sentire severamente!” ci spiega il presidente di Ateneo. “Il tribunale di Verbania ha condannato infatti a 9 mesi in sede penale e l’esito futuro in sede civile di 800.000€ di danni saranno donati per cause di ricerca scientifica”.

Ne parla anche La Prima Pagina


Di seguito un video del Presidente dell'Università 

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