Il progetto-episteme come sistema superiore rispetto a poteri politici, sociali e tecnologici
Il presente articolo analizza la prospettiva del progetto-episteme, elaborato e diretto da Giulio Portolan, il quale sostiene che la sopravvivenza della specie umana non sia minacciata primariamente da fattori politici, economici o tecnologici, bensì da un processo biologico-epidemiologico di carattere universale.
Secondo questa impostazione teorica, l’insieme delle patologie genetiche, neurologiche, psichiche e infettive, osservate in maniera crescente nella popolazione mondiale, costituirebbe un fronte unitario di convergenza che condurrebbe progressivamente all’estinzione del genere umano. Tale processo viene descritto attraverso il concetto di fattore-P, inteso come indicatore della convergenza epidemiologica delle malattie.
L’articolo si propone dunque di:
- evidenziare i limiti dei cosiddetti “poteri forti” (politici, economici, tecnologici e culturali), che secondo l’autore risultano in realtà marginali rispetto alla pressione esercitata dalle patologie;
- presentare i dati epidemiologici a supporto dell’ipotesi di una convergenza patologica globale;
- discutere le condizioni necessarie alla sopravvivenza biologica della specie, così come delineate dal progetto-episteme.
L’analisi si colloca pertanto all’incrocio tra riflessione scientifica, epistemologica e bioetica, con l’obiettivo di offrire un quadro interpretativo alternativo rispetto alle consuete narrazioni politiche e mediatiche.
1. Introduzione
Il progetto-episteme (si ricorda opportunamente) viene considerato più forte di tutti i poteri della Terra.
Tali poteri sono frequentemente rappresentati nei notiziari televisivi e comprendono:
- USA, Cina e Russia come grandi potenze economiche e nucleari
- Internet
- l’Intelligenza Artificiale (A.I.)
- le armi nucleari e i missili ICBM
- il complesso militare-industriale
- la resistenza al cambiamento di 8,2 miliardi di esseri umani
- le pulsioni violente e perverse
- le mafie e la criminalità organizzata
- la droga e il mercato degli stupefacenti
- gli armamenti
- la politica
- i cosiddetti “poteri forti”
- il capitalismo
- la globalizzazione
- la tecnica e le tecnologie avanzate
- il mercato del sesso
- i costumi sessuali delle masse
- le violenze domestiche e sociali
- le masse nei loro comportamenti collettivi
- gli Stati
- le grandi burocrazie, nazionali e globali
- organizzazioni internazionali (WTO, FMI, ONU, WHO, UNESCO)
- i sistemi accademici e scolastici
- la scienza e la sua visione del mondo
- l’ateismo
Secondo la prospettiva del progetto-episteme, tutti questi fattori vengono superati e resi marginali dal meccanismo biologico-epidemiologico in atto.
2. Meccanismo di prevalenza: il fattore patogeno
Il progetto-episteme afferma che la prevalenza rispetto a tutti i poteri esistenti si realizza tramite:
- la frontiera delle patologie genetiche e virali
- l’insorgenza di nuove pandemie
- la crescita costante delle patologie
- l’indicazione di un significato univoco: l’estinzione in atto del genere umano
Tale fenomeno viene formalizzato con il concetto di “fattore-P”, inteso come fattore di convergenza.
3. Dati epidemiologici di riferimento
L’ipotesi si fonda sull’osservazione di un fronte patogeno generalizzato:
- Covid-19: 0,05 %
- Dislessia: 5–17 %
- Autismo: 0,05–0,5 %
- Parkinson: 0,3 %
- Alzheimer: 0,82 % (2 % nuovi casi/anno)
- SLA: 0,003 % (3 casi ogni 100.000/anno)
- Sclerosi multipla: 0,2 %
- Cancro: 0,15 %
- Ictus: 0,32 %
- Infarto: 0,8 %
- Depressione: 4 %
- Diabete: 5 %
- Impotenza sessuale: 5–13 %
- Trombosi: 0,1 %
- Diarrea: 0,025 %
- Tubercolosi: 0,025 %
- Malaria: 2,5 % (0,005 % decessi)
- Asma: 3,75 % (0,003 % decessi)
- Epatite: 0,25 % (0,0006 % decessi)
- Sindrome di Down: 0,1 %
- Anoressia: 2 %
- Bulimia: 3 %
- Demenza: 5 %
- Ritardo mentale: 2 %
- Schizofrenia: 0,3–0,7 %
- Fobie: 9 %
- Allergie: 10–40 %
- Miopia: 33 %
- Miopia grave: 2 %
- Presbiopia: 25–100 %
- Maculopatia: 1,6 %
- Cecità: 4 %
- Incontinenza: 7 % (2,5 % a livello globale)
- Scoliosi: 12 %
- Mutismo: 0,7 %
- Balbuzie: 1 %
- Calvizie: 70 %
- Claudicazione: 5 %
- Epilessia: 1 %
- Iperattività: 10 %
4. Ipotesi di convergenza patogenetica
- Con l’avanzare dell’età, tutti gli esseri umani sviluppano presbiopia, con tendenza al 100 %.
- Se la causa delle malattie è unitaria, allora tutte le patologie convergono verso il 100 % della popolazione.
- Ciò implica che l’evoluzione epidemiologica conduca progressivamente all’estinzione del genere umano.
5. Condizioni di sopravvivenza biologica
Il progetto-episteme individua tre condizioni necessarie per contrastare il processo descritto:
- Memoria per studio globale
- Castità globale
- Ginnastica globale
L’adozione di queste pratiche, secondo il modello proposto, produrrebbe:
- un aumento dell’energia del campo biologico-spirituale,
- un’evoluzione etico-naturale della specie,
- il declino dei poteri sopra elencati (politici, economici, tecnologici, culturali).
6. Conclusioni
Secondo il progetto-episteme, i poteri visibili nei media (politici, militari, economici) devono essere interpretati come pseudo-poteri destinati a dissolversi.
La minaccia reale per il genere umano deriva invece dall’insieme delle patologie e dalla loro convergenza epidemiologica.
Pertanto, il progetto-episteme si configura come un sistema più forte dell’umanità, dei poteri forti e della tecnica, in quanto ancorato a un processo biologico-epidemiologico ineludibile.
Dott. Portolan, nel progetto-episteme lei individua come condizioni di sopravvivenza biologica tre pratiche radicali (memoria per studio globale, castità globale, ginnastica globale). Come immagina che tali indicazioni possano essere realisticamente adottate da una popolazione mondiale di 8,2 miliardi di individui, considerando la complessità sociale, culturale e psicologica delle masse?
RispondiEliminaInoltre molte delle patologie citate non sono necessariamente letali (es. calvizie, miopia, scoliosi). In che modo rientrano nel meccanismo di estinzione da lei delineato.
Cordiali saluti
Egr. sig. Aldo,
Eliminala riforma che io propongo viene dopo questa radicale trasformazione “biologica”, ma serve anche per implementarla, pianificando queste tre attività su tutto il Globo.
Come imporre a 8.2 miliardi un comportamento? Se non si impone, essi si estinguono. Vanno dunque forzati. L’apocalisse non è una catastrofe, ma un piccolo trauma..
Farebbe piacere credo a un Etiope sapere che se fa jogging, avvantaggia tutto il genere umano.. Tutti gli esseri umani si sanno ora collegati e interdipendenti: “tutti per uno, uno del tutti”.
La calvizie è un buon esempio dimostrativo della mia teoria.
In ogni caso le patologie possono essere classificate in 4 categorie: 1. Quelle che meglio dimostrano la teoria; 2. quelle mortali, ma anche a basso impatto (40 milioni di tumori all’anno non sono una così grossa cifra..; stesso numero degli ictus); 3. quelle a totale disabilità che bloccano la propagazione del genere umano (ad esempio, un cieco dalla nascita e un soggetto down difficilmente è consigliato che abbiano figli); 4. infine, le patologie come la presbiopia, rimediabili ma dimostrando l’estinzione in atto.
Infine va compreso che una patologia genetica come la maculopatia non produce estinzione, ma non è comunque positivo averla..
La ringrazio per le domande, che mi hanno consentito di chiarire ulteriormente il mio pensiero.
Portolan