SUCCESSO PER L’INIZIATIVA DEDICATA ALLA QUALITÀ DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO PROMOSSA DA SCUOLA IMT E SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA DI PISA


Ci sono voti eccellenti e settori che evidenziano margini di miglioramento. Questa la “pagella” stilata in occasione del seminario che ha analizzato le performance del sistema sanitario italiano e la sua gestione, organizzato dalla Scuola IMT insieme al laboratorio Management e Sanità (MeS) e all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ospitato nel Campus di San Francesco nei giorni scorsi. 


La conferenza ha visto la partecipazione di addetti ai lavori, manager e responsabili delle aziende sanitarie ma anche di semplici cittadini interessati ad approfondire la conoscenza dei parametri di valutazione e comparazione della qualità e dell'efficienza dei servizi sanitari. Al tavolo, Joseph Doyle, professore di Management alla Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology, Sabina Nuti, professoressa di Economia e Gestione delle imprese e responsabile del Laboratorio Management e Sanità alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Massimo Riccaboni, professore di Economia alla Scuola IMT Alti Studi Lucca e membro del Comitato Prezzi e Rimborso dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

«Siamo contenti dell'interesse che questa conferenza ha riscosso e non solo tra gli esperti del settore – afferma il direttore della Scuola IMT, Pietro Pietrini - Per quanto di carattere tecnico, abbiamo scelto di impostarla come un “Open IMT”, vale a dire un evento aperto e rivolto alla cittadinanza, considerata la rilevanza sociale del diritto alla tutela della salute e la necessità di migliorare la qualità dei servizi offerti, evitando gli sprechi.  Ringraziamo la Scuola Sant’Anna per questa collaborazione, con la quale anche in questa occasione abbiamo lavorato in stretta sinergia».

Dopo i saluti di apertura e l'introduzione del direttore della Scuola, i relatori hanno affrontato l’analisi delle performance del sistema sanitario italiano nel contesto dei paesi europei più sviluppati e in particolare, grazie alla presenza del professor Doyle, in confronto al sistema statunitense. Dati alla mano, è emerso che l’Italia si distingue per la capacità di conseguire risultati significativi in termini di costo/efficacia pur investendo meno risorse rispetto ad altri paesi e in particolare rispetto agli USA. Questo, come sottolineato da Doyle, è dovuto probabilmente anche a un insieme di fattori contestuali (tra cui il tipo di alimentazione, una minore propensione all’uso indiscriminato di farmaci e la natura universalistica dell’assistenza sanitaria) che ci permettono di primeggiare su molti indicatori di salute della popolazione, a partire dalla speranza di vita.

«Negli ultimi 20 anni - ha evidenziato la professoressa Nuti - il sistema sanitario italiano ha conseguito significativi miglioramenti, riuscendo certamente ad aumentare il valore prodotto per la popolazione rispetto alle risorse messe a disposizione della collettività. Permane però una rilevante variabilità evitabile nei risultati e non solo tra Nord e Sud. Il confronto sistematico delle performance può supportare il processo di miglioramento». 

Riguardo alle prospettive future, il professor Riccaboni ha evidenziato la criticità legata all’arrivo di farmaci di ultima generazione molto efficaci e costosi (soprattutto in ambito oncologico) che incideranno in modo crescente sulla spesa sanitaria, anche in considerazione dell’invecchiamento della popolazione, mettendo a forte rischio la tenuta del sistema.  In questo scenario, la sostenibilità e quindi le performance dipenderanno anche dalla capacità manageriale di individuare e ridurre i margini di inefficienza del sistema.

La Scuola IMT è impegnata a fornire ai manager e al sistema strumenti utili per la comprensione delle tendenze in atto, anche a partire dall’analisi dei big data, contribuendo in tal modo a una maggiore conoscenza dei bisogni dei pazienti e delle soluzioni utili per migliorare il servizio, a parità di risorse investite. 

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