Medicina, posti disponibili per ateneo nel 2025-2026

 



Per l’anno accademico 2025/2026, con l’avvio della riforma promossa dalla ministra Anna Maria Bernini, cambiano le regole di accesso alle facoltà di Medicina nelle università italiane. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Università e della Ricerca, tra atenei statali e non statali saranno disponibili complessivamente 24.026 posti, con un aumento di 3.002 rispetto al 2024 e di 8.191 rispetto al 2022.

Università statali

Nelle grandi sedi universitarie si registrano incrementi notevoli. A Roma Tor Vergata i posti passano da 505 a 970 (+465), mentre alla Sapienza si arriva a 1.802 (+231). L’Università Federico II di Napoli passa da 662 a 840 (+178). L’unico calo riguarda Catania, che perde un posto.
Nelle realtà più piccole gli aumenti sono modesti: Udine (+5), Trento e Basilicata (+8 ciascuna). Al Vanvitelli di Campania i posti crescono di 90, a Messina di 56 e alla Statale di Milano di 51.

Università non statali

Anche tra i nove atenei privati con corsi di Medicina si registra un incremento, sebbene significativo soltanto alla Link Campus di Roma (+480 posti). Quattro università, tra cui San Raffaele e Humanitas di Milano, mantengono invariata la disponibilità rispetto allo scorso anno.

Novità per gli studenti

Sono 64.825 gli iscritti al nuovo semestre introdotto dalla riforma, con accesso libero. Le lezioni inizieranno il 1° settembre 2025 e si concluderanno con tre esami di selezione (Chimica e propedeutica biochimica, Fisica, Biologia), identici a livello nazionale. Le prove, della durata di 45 minuti, prevedono 31 domande per materia (15 a risposta multipla e 16 a completamento) e si svolgeranno in due sessioni: 20 novembre e 10 dicembre 2025.
Per proseguire in Medicina sarà necessario superare la graduatoria nazionale. Chi ottiene almeno 18/30 ma non passa l’esame potrà iscriversi a un corso affine, mantenendo i crediti già acquisiti.

Le parole della ministra Bernini

La titolare del MUR ha sottolineato che l’aumento dei posti e il nuovo semestre “mirano a valorizzare merito, impegno e vocazione”, sostituendo un sistema di selezione rigido con un percorso di formazione aperto, volto a rafforzare l’università pubblica.

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