Il DNA-unitario e la neobiologia eziologica: rete di interconnessione biologica e modelli per la rilevazione epidemiologica

 



Autore: Giulio Portolan
Data: 19 agosto 2025
Luogo: Pordenone, Italia


Il DNA-Unitario come rete biologica del genere umano

Nella prospettiva della neobiologia epistemica, il DNA-unitario del genere umano può essere concepito come un’unica grande struttura biologica invisibile, paragonabile per astrazione alla libido. Questa struttura, pur non riducibile a concetti teologici o metafisici, associa gli esseri umani in una vera e propria unità organica.

Ogni individuo possiede un proprio DNA, ma ciascun gene personale è collegato a un corrispondente macro-gene del DNA-unitario. Ne risulta che tutti i geni degli esseri umani, a livello globale, sono interconnessi attraverso questa rete. Le dimensioni concettuali di tale struttura possono essere immaginate estese quanto la Terra o addirittura l’intera galassia.

Azione disfunzionale

Secondo questo modello, un comportamento disfunzionale, come lo sfogo sessuale finalizzato al solo piacere, genererebbe una perturbazione a livello del macro-gene corrispondente. La mutazione non colpirebbe direttamente l’individuo che la produce, ma si trasmetterebbe attraverso il DNA-unitario a tutti gli altri esseri umani collegati. In tal modo, il danno prodotto dal singolo ricadrebbe sull’intera specie.

Azione funzionale

Al contrario, un comportamento funzionale, come la castità accompagnata allo studio e allo sforzo intellettuale, determinerebbe un accumulo di energia psichica e biologica. Questo processo si rifletterebbe nel DNA-unitario favorendo, altrove e in tempi successivi, la nascita di zigoti più sani e robusti. Di conseguenza, la rete biologica collettiva contribuirebbe alla formazione di individui belli, forti e intelligenti, a beneficio dell’intera umanità.

Neobiologia eziologica e raccolta dati epidemiologici

Alla luce dell’ipotesi della causa unitaria delle malattie genetiche e virali, diventa necessario costruire nuovi strumenti di rilevazione epidemiologica in grado di considerare la dimensione globale del DNA-unitario.

Una possibile scheda statistica per l’analisi delle mutazioni dovrebbe prevedere:

  1. ereditarietà o familiarità genetiche nella parentela;
  2. identificazione della causa di mutazione legata a fattori ambientali;
  3. identificazione della causa di mutazione legata a stili di vita;
  4. identificazione della causa di mutazione legata all’età del soggetto;
  5. identificazione di eventuali insorgenze “de novo”;
  6. diffusione della patologia (conformazione rara o comune);
  7. luogo e tempo dell’insorgenza;
  8. concomitanza di altre patologie.

Questa sequenza andrebbe ripetuta per ogni patologia dell’individuo e dei suoi familiari, sia in linea verticale (nonni, genitori, figli) sia in linea orizzontale (fratelli).

Verso un grande database globale

Ogni individuo dovrebbe essere “intercettato” con tale scheda nel momento del suo accesso in ospedale. I dati, raccolti su scala planetaria e archiviati in un grande database, verrebbero elaborati dall’intelligenza artificiale.

Secondo questa tesi, la mappatura globale rivelerebbe una tendenza progressiva all’estinzione del genere umano, conseguenza diretta dei comportamenti disfunzionali che si propagano attraverso il DNA-unitario.

Conclusione

Il modello proposto integra due piani di riflessione:

  • da un lato, il DNA-unitario come rete biologica che connette tutti gli esseri umani, veicolando mutazioni funzionali o disfunzionali;
  • dall’altro, la necessità di strumenti statistici innovativi per rilevare, monitorare e comprendere l’evoluzione delle patologie genetiche e virali su scala globale.

La neobiologia epistemica ed eziologica si configurano così come due facce complementari di un’unica ricerca: comprendere l’interconnessione biologica dell’umanità e individuare strategie per contrastare la deriva degenerativa che potrebbe condurre all’estinzione della specie.


BIBLIOGRAFIA 

Testi accademici di riferimento

  • Watson, J.D., Crick, F.H.C. (1953). Molecular Structure of Nucleic Acids: A Structure for Deoxyribose Nucleic Acid. Nature, 171, 737–738.
  • Alberts, B., Johnson, A., Lewis, J. et al. (2015). Molecular Biology of the Cell. Garland Science.
  • Jablonka, E., Lamb, M.J. (2005). Evolution in Four Dimensions: Genetic, Epigenetic, Behavioral, and Symbolic Variation in the History of Life. MIT Press.
  • Noble, D. (2006). The Music of Life: Biology Beyond the Genome. Oxford University Press.
  • Capra, F., Luisi, P.L. (2014). The Systems View of Life: A Unifying Vision. Cambridge University Press.

Epidemiologia e big data

  • Porta, M. (a cura di). (2014). A Dictionary of Epidemiology. Oxford University Press.
  • Khoury, M.J., Ioannidis, J.P.A. (2014). Big Data Meets Public Health. Science, 346(6213), 1054–1055.

Filosofia e bioetica

  • Giulio Portolan - La steleologia come scienza dell'Umanità 
  • Jonas, H. (1979). Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica. Einaudi.
  • Habermas, J. (2001). Il futuro della natura umana. I rischi di una genetica liberale. Laterza.

Articoli e fonti divulgative

  • Zimmer, C. (2018). She Has Her Mother’s Laugh: The Powers, Perversions, and Potential of Heredity. Dutton.
  • Ridley, M. (2020). Genome: The Autobiography of a Species in 23 Chapters. Harper Perennial.
  • “The Human Genome Project: Unlocking the Code of Life.” National Human Genome Research Institute (NHGRI), 2022.
  • “How Our Genes Shape Our Lives.” Scientific American, Special Issue on Genetics, 2019.
  • “The Next Frontier of Epidemiology: Big Data and AI.” Nature Medicine, 2021.


4 commenti:

  1. Dottor Portolan, nel suo testo si descrive il DNA-unitario come una rete biologica che collega tutti gli esseri umani, suggerendo che le azioni individuali possano avere un impatto globale sul nostro patrimonio genetico collettivo. In che modo ritiene che si possano effettivamente implementare strumenti pratici e misurabili per monitorare e intervenire su queste interconnessioni biologiche? Ad esempio, come potrebbe una "mappatura globale" delle mutazioni influire concretamente sulla prevenzione di malattie genetiche o virali a livello mondiale?

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  2. Egr. Sig. Antonio,

    La ringrazio per la Sua domanda.
    Come ho detto in altra occasione, individuo tre condizioni per la sopravvivenza biologica del genere umano, ciò che impatta sul capitalismo in via diretta:
    studio globale (misurato da test che verificano l’apprendimento nozionistico a memoria)
    castità globale (blocco dei siti pornografici, della produzione di contraccettivi, ferrea educazione sessuale di Stato alla castità)
    ginnastica globale (creazione di un maggior numero di palestre nel mondo, estensione nel mondo dello sport agonistico e dilettantistico, misurazione delle performance e dei record del mondo)

    Il capitalismo è semplicemente superato perché:
    ogni uomo è pagato per studiare
    ogni uomo è pagato per essere casto
    ogni uomo è pagato per fare ginnastica

    Rappresento che la mia scienza è solo all’inizio, e Le assicuro che non ho l’intelligenza per produrre ipotesi teoriche più sofisticate su questi temi…
    Spero di averLe dato una riposta sufficiente,
    cordialmente,

    Portolan

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  3. Egregio Dott. Portolan,
    La ringrazio per la Sua gentile risposta.
    Mi permetto tuttavia di condividere alcuni dubbi che mi sono sorti leggendo le Sue osservazioni, con l’intento di comprendere meglio il Suo punto di vista.
    La mia domanda partiva dal concetto, da Lei citato, di DNA unitario come rete biologica che collega tutti gli esseri umani. In quest’ottica mi chiedevo quali strumenti concreti e misurabili potrebbero essere messi in campo — ad esempio una mappatura globale delle mutazioni genetiche o virali — per favorire la prevenzione di malattie e l’intervento a livello mondiale.
    Nella Sua risposta ho notato che i tre punti centrali da Lei indicati (studio, castità, ginnastica) non sembrano collegarsi direttamente né al DNA né agli strumenti già oggi disponibili in genetica molecolare, come il sequenziamento di nuova generazione, le banche dati genomiche internazionali o i progetti di medicina di precisione.
    Le confesso quindi di avere alcune perplessità:
    in che modo le tre condizioni da Lei individuate possono incidere realmente sulla dinamica delle mutazioni genetiche?
    non pensa che la sopravvivenza biologica del genere umano dipenda anche e soprattutto dalla capacità di monitorare le variazioni genetiche e di sviluppare terapie mirate?
    ritiene che esistano già oggi strumenti scientifici che vadano nella direzione del “DNA unitario” da Lei descritto, oppure la Sua proposta è da intendere più in senso filosofico-morale che biologico?
    La ringrazio ancora per la disponibilità al confronto e sarei molto lieto di poter approfondire con Lei questi aspetti.

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  4. Egr. Sig. Antonio,

    molte grazie per la Sua attenzione.
    Il monitoraggio statistico chiarisce a che punto si è della malattia o della guarigione.
    Ho letto delle terapie mirate (editing genetico di tipo CRISPR-Cas9), sono eccezionali, ma nella mia concezione la manipolazione mirata del DNA non può portare ai risultati sperati, anche se sembra che funzioni.
    Secondo la mia concezione, le malattie sono un fattore di scompenso energetico, dove imprimere energia serve a correggere e “raddirizzare” il DNA a livello unitario.
    Tali tecniche non incrementano di energia “il campo”.
    I tre fattori da me indicati sono invece a impatto energetico.
    La concezione è questa: la memoria avrebbe la capacità, come unico fattore pre-ordinato, di modificare in modo eugenetico il genere umano “dal di dentro”, non come scoperta eventuale, ma come fattore necessario. Ovvero, il genere umano è costruito geneticamente per propagarsi nel futuro solo tramite questi 3 fattori.
    Nella sua terza domanda, Lei mi chiede se ritengo “che esistano già oggi strumenti scientifici che vadano nella direzione del “DNA unitario” da Lei descritto”, oppure se la mia proposta “è da intendere più in senso filosofico-morale che biologico”.
    La mia concezione è rigorosamente biologica, ma è di tipo teologico, perché il DNA unitario è fatto di spirito.
    Per spirito non intendo spiritualità, mistica, preghiera. Immagini una struttura ad albero grande quanto il Pianeta, ma “bianca” e “invisibile”, non perché non si veda, ma perché sta nella dimensione delle “vasche delle torri” (Putnam) del film Matrix (1999), e pertanto noi calati nella realtà virtuale non possiamo vederla. Nella mia concezione il DNA-unitario non è “morale”, morali sono le 3 condizioni per correggerlo (dalle mutazioni), proteggerlo e incrementarlo nel futuro. Sono morali, ma sono fattori energetici:
    la memoria globale ad esempio cura dall’Alzheimer;
    la castità globale cura dai tumori, diabete, ecc.
    la ginnastica globale cura dalla sclerosi, dalla SLA, ecc.
    In che modo la ginnastica agisce?
    Quando un corridore/maratoneta fa pressione sui muscoli, invia onde energetiche a un “tensore organico comune”, che si ispessisce, e che viene incrementato dal moto anche di tutti gli altri esseri umani.
    Immagini il genere umano (è un’altra metafora, ma più che metafore sono modelli di esemplificazione dell’unità organica) come una pentola a pressione: quei 3 fattori comprimono di energia la pentola, che racchiude il DNA unitario, così ispessito e corretto nei suoi difetti. Il genere umano deve essere in continua tensione, se un individuo è pigro o si sfoga, esso lo danneggia.
    La mia tesi è che le terapie geniche mirate non tanto non servono, ma non sono proprio esse deputate a correggere questi difetti, se non eccezionalmente.
    Esiste un mercato degli organi per i soli ricchi: se la cassiere di supermercato che sta a Milano non studia e non fa ginnastica, il ricco che sta in USA morirà di malattie…
    La mia concezione, pur con premesse teologiche, vuole essere rigorosamente biologica, e non filosofica, morale e metaforica. La Comunità scientifica è aperta alla teologia? Forse assolutamente no, e questo comporta un rischio, se quelle mie tre condizioni sono necessarie, e non sono da essa accolte.
    Spero di averLe risposto. Anche a me piacerebbe continuare a dialogare con una persona tanto acculturata e cortese come Lei. In rete trova i miei contatti, Cordialmente,
    Portolan

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