Elementi di teoria macro-atomica cosmologica: l’atomo-gigante come quinta forza della natura. la teoria della relatività come dimostrazione dello spazio-tempo assoluto

L’opera di Giulio Portolan propone una teoria cosmologica innovativa, centrata sull’“atomo-gigante” come quinta forza fondamentale della natura. Integrando analisi fisica, riflessione filosofica e psicoanalisi cosmologica, l’autore rilegge concetti classici come relatività e spazio-tempo, offrendo una prospettiva alternativa che mette in dialogo scienza, teologia e visione epistemica dell’universo.



Autore: Giulio Portolan
Data: 18 agosto 2025
Luogo: Pordenone, Italia


L’ATOMO-GIGANTE COME QUINTA FORZA DELLA NATURA

Gli studi di cosmologia in Portolan includono una speciale e specifica “psicoanalisi cosmologica”, che analizza la particolare psicologia della comunità scientifica, in prevalenza atea: gli scienziati censurano concetti che possono aprire il mondo fisico a una lettura teologica di esso.
Ad esempio, essi negano l’“interazione a distanza”, sostituendo questo concetto con il ruolo di una particella subatomica (il bosone di gauge, mediatore tra le quattro forze), perché il concetto di “interazione a distanza” apparirebbe nel loro inconscio pericolosamente “troppo” di ordine metafisico, contrastando con i tre concetti di base della loro concezione antiteologica: il cosmo come originato da

  • caso,
  • caos,
  • disordine.

La nuova cosmologia epistemica propone quindi di sostituire ai concetti di bosoni di gauge e di materia oscura (questa essendo il corpo quasi-metafisico che lega insieme galassie e universo) quello dell’atomo-gigante, proponendolo come “quinta forza della natura”, in aggiunta alle quattro forze conosciute.
Se David Bohm ha constatato l’azione a distanza tra le particelle, essa è dimostrata e spiegata dall’atomo-gigante, avente struttura interna e raggio frattalici, la cui perturbazione in un luogo del cosmo genera un effetto a distanza anche dall’altra parte del cosmo, simultaneamente, in conseguenza della sua macro-unità strutturale. Al suo interno esso si presenta come il corpo di un ologramma, in cui gli oggetti fisici (stelle, pianeti, esseri umani) sono contenuti con la ripetizione della loro informazione (struttura interna molecolare) in ogni parte del cosmo. Il collegamento tra le diverse parti è simultaneo: atomo gigante e molecole giganti.

La struttura dell’atomo-gigante è quella di una singola unità atomica, che ha al suo interno tutte le proprietà della tavola periodica degli elementi.
Su questa struttura rigida (= varietà atomica a imbuto) si è “disteso” l’universo dal Big Bang ai giorni nostri, ed essa consente:

  • la medesima conformazione micro-atomica in ogni parte dell’universo (il fatto che in ogni parte dell’universo gli atomi presentino le stesse proprietà),
  • e l’espansione divergente delle galassie, che si distanziano tra loro in modo “ordinato”, poggiando su di essa.

In particolare, l’atomo-gigante è quinta forza della natura in questo senso:
più si entra nella profondità micro-atomica della materia, più ci si avvicina al suo centro,
il quale poi produce in periferia l’effetto della divisione e moltiplicazione micro-atomica,
con tutti gli atomi dell’universo da esso tenuti insieme a distanza con azione di contenimento “a legame” simultaneo.


LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ COME DIMOSTRAZIONE DELLO SPAZIO-TEMPO ASSOLUTO

Sempre la psicoanalisi cosmologica, che sostiene come lo scienziato ateo abbia “paura” delle realtà divine, afferma che sono compatibili con la sensibilità dell’uomo moderno-contemporaneo (perfino mia madre aveva bisogno di questi concetti, pur essendo credente… e in senso tradizionalista!) le seguenti concezioni del mondo, affermatesi a partire dalla rivoluzione astronomica:

  • eliocentrismo (l’uomo moderno ha paura di essere al centro dell’universo);
  • la relatività dello spazio e del tempo (con Einstein che giunge a dire: “2 + 2 = 4, fino a prova contraria…”).

Appartengono alla psicoanalisi cosmologica le concezioni di Leopardi sullo “smarrimento cosmico” e l’alienazione delle giovani generazioni d’oggi, a partire dai “ragazzi dello zoo di Berlino”, con fenomeni di consumo di alcol e droga fin dalla più tenera età, come reazione a questa alienazione.

Ciò premesso, anche per reagire ad essa, l’autore si è chiesto fin dall’età di circa 25 anni, se negli studi suoi avanzati di fisica e di cosmologia, a partire da una rilettura della Divina Commedia (universo = Limbo cosmico; Ratzinger e la Chiesa hanno abolito il Limbo per corta veduta teologica, e inoltre si constata che la Chiesa non vuole compromettersi contro il mondo moderno, per prudenza, e ciò anche a livello speculativo), non fosse possibile reintrodurre e anche dimostrare lo spazio-tempo assoluto.

Questi i risultati:
secondo Portolan Einstein commette l’errore di interpretare due ipotetici osservatori, tra i quali si verificano fenomeni relativistici, collocandoli in uno spazio-tempo di tipo astratto.
Collocandoli invece all’interno del macro-contenitore dell’atomo-gigante, il cui centro dimostrerebbe secondo Portolan il geocentrismo (l’atomo è centrato e l’universo apparente sta in una sua periferia orbitale: in una delle sue corone atomiche), si ipotizza che i due osservatori stiano ciascuno:

  • uno in periferia (Osservatore 1),
  • e l’altro (Osservatore 2) a un livello più interno dell’atomo stesso.

Questo secondo e più interno livello si caratterizza, ruotando l’atomo (macro-spin), per:

  • differente velocità centripeta e centrifuga;
  • raggio radiale frattalico più contratto;
  • maggiore vicinanza al centro e quindi minore velocità di fuga.

Lo spazio-tempo assoluto risulterebbe così dimostrato proprio dall’effetto della relatività ristretta:
quando un corpo che sta nella parte più periferica del macro-atomo (Osservatore 1) tende alla velocità della luce, tende a sfuggire da questa parte del macro-atomo e a tendere verso la parte più interna (Osservatore 2);
anche per il fatto che il corpo è già distribuito olograficamente in tutta l’estensione dell’atomo-gigante,
esso emerge all’osservazione dell’Osservatore 1 secondo le proprietà dello spazio-tempo della corona più interna, che ha le caratteristiche di cui all’elenco sopra riportato:

  • differente velocità centripeta e centrifuga;
  • raggio radiale frattalico più contratto;
  • maggiore vicinanza al centro e quindi minore velocità di fuga.

Apparendo così a esso relativisticamente contratto.

Lo spazio-tempo assoluto è così dimostrato dalle proprietà spaziali dell’atomo-gigante, risultando questo:

  • centrato,
  • a struttura gerarchica centro-periferia,

struttura che emerge, e con ciò si dimostra, nell’effetto relativistico della contrazione delle lunghezze.


FONDAMENTI DI PSICOANALISI COSMOLOGICA. CONFUTAZIONE DELLE COSIDDETTE UMILIAZIONI DELL’UOMO

Gli studi di cosmologia in Portolan includono una speciale e specifica “psicoanalisi cosmologica”, che analizza la particolare psicologia della comunità scientifica, in prevalenza atea: gli scienziati censurano concetti che potrebbero aprire il mondo fisico a una lettura teologica.

Ad esempio, essi negano l’“interazione a distanza”, sostituendo questo concetto con il ruolo di una particella subatomica (il bosone di gauge, mediatore tra le quattro forze), poiché l’idea di “interazione a distanza” apparirebbe nel loro inconscio pericolosamente “troppo” vicina a un ordine metafisico, contrastando con i tre concetti di base della loro concezione antiteologica:

  • caso,
  • caos,
  • disordine.

Lo scienziato ateo sembra dunque avere “paura” delle realtà divine. Perciò, alla sensibilità dell’uomo moderno-contemporaneo appaiono compatibili solo le seguenti concezioni del mondo, affermatesi a partire dalla rivoluzione astronomica:

  • eliocentrismo (l’uomo moderno ha paura di essere al centro dell’universo);
  • relatività dello spazio e del tempo (con Einstein che giunge a dire: “2 + 2 = 4, fino a prova contraria…”).

Appartengono alla psicoanalisi cosmologica anche le concezioni di Leopardi sullo “smarrimento cosmico” e l’alienazione delle giovani generazioni contemporanee, a partire dai “ragazzi dello zoo di Berlino”, con fenomeni di consumo di alcol e droghe fin dalla più tenera età, come reazione a questa alienazione.


LE COSIDDETTE “UMILIAZIONI MODERNE DELL’UOMO” E LA LORO CONFUTAZIONE EPISTEMICA

La scienza moderna, nel suo tentativo di “nascondersi da Dio”, ha formulato quelle che sono passate alla storia come le “umiliazioni dell’uomo moderno”, tra cui:

  • eliocentrismo, che pone l’uomo in periferia;
  • psicoanalisi freudiana, che scalza l’autoconsapevolezza dell’uomo con il concetto di inconscio, interpretando l’essere umano come soggiogato da dinamiche nascoste e profonde di cui non ha consapevolezza;
  • marxismo, che estende queste dinamiche occulte anche al mondo sociale ed economico (capitalismo);
  • darwinismo, che umilia l’uomo facendolo derivare dalle scimmie e, come darwinismo sociale, lo sottopone a dinamiche competitive e violente.

L’episteme di Giulio Portolan confuta tutti questi principi, attribuendoli semplicemente al rovesciamento di ordine “ontologico” (Ratzinger, in Rapporto sulla fede con Vittorio Messori), provocato dalle conseguenze – o meglio, dalle premesse – del peccato originale, che colloca l’umanità “in periferia” rispetto alla Creazione.

Queste cosiddette “umiliazioni” sono quindi, in ultima analisi, indirette dimostrazioni dell’esistenza di Dio.



Bibliografia

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