Donald Trump taglia i fondi anche all'UCLA: l'accusa di antisemitismo


 

Un’altra università americana di primo piano è stata colpita dalle misure dell’amministrazione Trump. Si tratta stavolta dell’UCLA – l’Università della California a Los Angeles – che vedrà una parte dei finanziamenti pubblici per la ricerca sospesa, con l'accusa di atteggiamenti antisemiti e discriminatori. La notizia è stata diffusa dalla rete televisiva ABC.

In un comunicato ufficiale, il rettore dell’ateneo, Julio Frenk, ha dichiarato che l’università ha ricevuto notifica dal governo federale circa la sospensione di alcuni fondi erogati da agenzie come la National Science Foundation e il National Institutes of Health, sotto la supervisione dell’esecutivo.

L’UCLA si aggiunge così a una lista crescente di istituzioni accademiche prestigiose – tra cui Columbia University, Duke University e Harvard – che sono finite nel mirino del presidente americano e hanno subìto tagli ai finanziamenti pubblici.

La replica dell’UCLA

«Non si tratta solo di una perdita per i nostri ricercatori che contano su queste sovvenzioni fondamentali – ha commentato Frenk – ma anche per tutti gli americani che beneficiano delle nostre attività di ricerca, dalle innovazioni scientifiche alla salute pubblica».

Nei giorni precedenti, l’università aveva concordato un risarcimento di 6 milioni di dollari con un gruppo di studenti ebrei, i quali avevano denunciato l’ateneo per non essere intervenuto durante le proteste filo-palestinesi, che avrebbero impedito l’accesso ad alcune aree del campus a studenti e docenti di religione ebraica.

Frenk ha aggiunto: «Lottare contro l’antisemitismo è un obiettivo che condividiamo pienamente. È nostro dovere garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti gli studenti». Ha inoltre assicurato che l’università è preparata da tempo a gestire simili emergenze e che farà tutto il possibile per tutelare la comunità accademica e i valori su cui si fonda l’istituzione.

Il caso della Brown University

Nel frattempo, la Brown University, un altro ateneo di rilievo, ha raggiunto un’intesa con l’amministrazione Trump per riattivare i fondi federali che erano stati congelati mesi fa. È la terza università in poche settimane a siglare un accordo simile con la Casa Bianca.

L’intesa, che avrà una durata triennale, prevede che l’università riceva nuovamente i finanziamenti a patto di destinare 50 milioni di dollari allo sviluppo dell’occupazione locale nello Stato del Rhode Island, dove ha sede. L’obiettivo dichiarato è favorire il contributo dell’università all’economia del territorio.

Brown si è anche impegnata a contrastare l’antisemitismo all’interno dell’ateneo. Secondo i termini dell’accordo, il governo federale non interferirà nei contenuti accademici, ma – a differenza di quanto accaduto con la Columbia – non è stato nominato alcun osservatore indipendente: la gestione dell’accordo avverrà direttamente tra l’università e il governo.

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