PORTOLAN INTERPRETA GLI ULTIMI MOMENTI DELLA VITA DI BENITO MUSSOLINI
di Giulio Portolan (*)
(*) Giulio Portolan, storico e intellettuale, è figlio di Lucia Venturelli, nata ad Aviano, la cui famiglia proviene da Salò, sede della Repubblica sociale fondata da Mussolini, di cui i Venturelli sono famiglia e cognome storici.
Benito Mussolini incontra a Milano il Cardinale Schuster il 25 aprile 1945.
L'incontro, di natura drammatica e volto a un tentativo di mediazione tra Benito Mussolini e i rappresentanti della Resistenza (fonte: Gemini), si svolge nell'Arcivescovado di Milano, con la presenza del cardinale Alfredo Ildefonso Schuster.
Questo incontro è l'ultimo tentativo, da parte dell'Arcivescovo, di ottenere una resa onorevole e di risparmiare ulteriori violenze alla città, che nel frattempo stava insorgendo. Mussolini, di fronte alla richiesta di resa incondizionata e appresa la notizia di trattative separate dei tedeschi, decide di abbandonare l'Arcivescovado e di tentare la fuga verso Como.
Storica è la foto che ritrae insieme Mussolini e Schuster.
Nell’interpretazione di Portolan, ci deve essere stato un episodio non riportato dalle cronache del tempo, perché rimasto segreto, né il Cardinale ne fece parola alla Santa Sede: Mussolini in quella occasione chiede a Schuster di rimanere con lui da solo pochi minuti, e si confessa.
Durante la confessione Mussolini rivendica per la prima volta la fede avuta nell’infanzia, chiede a Dio il perdono per tutti i crimini commessi e per aver distrutto la Nazione; Schuster lo assolve e gli dice: “sai quello che tra breve ti aspetta, va in pace, il Signore ha perdonato i tuoi peccati”.
Tre giorni prima, il 22 aprile 1945, Mussolini effettua una intervista con un suo giornalista di fiducia.
Il documento (fonte, con adattamenti: https://www.mussolinibenito.net/ultima-intervista-a-mussolini/) ha la forma di una intervista che Mussolini concede nel suo studio presso la Prefettura di Milano a Gian Gaetano Cabella, direttore del “Popolo di Alessandria”, nel pomeriggio del 20 aprile 1945 e che egli rivede attentamente il giorno 22 aprile, cioè sei giorni prima della morte.
In questa intervista Mussolini
- prevede perfettamente il mondo futuro nella divisione tra due blocchi USA-URSS e addirittura la fine dell’URSS;
- propone un suo ultimo programma politico, di impronta autenticamente socialista;
- profetizza il futuro dell’Italia e del mondo intero, come destino iscritto nella vita di un prossimo “giovane puro”.
Vediamo di riportare fedelmente questi passaggi (passi selezionati dall’intervista, fonte citata):
A) Il mondo futuro nella divisione tra due blocchi USA-URSS e la fine del comunismo sovietico
“La vittoria degli alleati riporterà indietro la linea del fronte delle rivendicazioni sociali.
La Russia? Il capitalismo di stato russo (credo superfluo insistere sulla parola bolscevismo) è la forma più spinta e meno socialista di un ibrido capitalismo, che si può solamente sostenere in Russia, appoggiato all’ignoranza, al fatalismo e alle storie di cosacchi, che hanno lasciato lo “knut” per il mitra.
Questo capitalismo russo dovrà cozzare fatalmente con il capitalismo anglosassone.”
B) Ultimo programma politico, di impronta autenticamente socialista
- “Collaborazione e non lotta di classe;
- carta del Lavoro e socialismo;
- la proprietà sacra fino a che non diventi un insulto alla miseria;
- cura e protezione dei lavoratori, specialmente dei vecchi e degli invalidi;
- cura e protezione della madre e dell’infanzia…
- assistenza fraterna ai bisognosi;
- moralità in tutti i campi;
- lotta contro l’ignoranza e contro il servilismo verso i potenti;
- potenziamento, se si sarà ancora in tempo, dell’autarchia, unica nostra speranza fino al giorno utopistico della suddivisione fra tutti i popoli delle materie prime che Iddio ha dato al mondo;
- esaltazione dello spirito di orgoglio di essere italiano;
- educazione in profondità e non, purtroppo, in superficie come è avvenuto per colpa degli avvenimenti e non per deficienza ideologica.”
C) Il destino dell’Italia e del mondo affidati alla profezia della prossima venuta del giovane puro
“…Sarà allora che il Popolo italiano avrà la possibilità di risollevarsi e di imporsi. L’uomo che dovrà giocare la grande carta…Sarà un giovane. (Io non sarò più.) Lasciate passare questi anni di bufera. Un giovane sorgerà. Un puro. Un capo che dovrà immancabilmente agitare le idee del fascismo…Verrà il giovane puro che troverà i nostri postulati del 1919 e i punti di Verona del 1943: freschi e audaci e degni di essere seguiti. Il Popolo allora avrà aperto gli occhi e lui stesso decreterà il trionfo di quelle idee. Idee che troppi interessati non hanno voluto che comprendesse ed apprezzasse e che ha creduto fossero state fatte contro di lui, contro i suoi interessi morali e materiali…”.
Benito Mussolini muore il il 28 aprile 1945, fucilato a Giulino di Mezzegra, una località in provincia di Como. Le circostanze generalmente accettate sono le seguenti (fonte: Gemini):
- Cattura: Dopo il fallimento dell'incontro in Arcivescovado del 25 aprile 1945, Mussolini tenta la fuga verso il confine, unendosi a una colonna di mezzi tedeschi travestito da soldato. Il 27 aprile 1945, la colonna viene fermata dai partigiani della 52ª Brigata Garibaldi a Dongo, sulla sponda occidentale del Lago di Como, dove Mussolini viene riconosciuto e catturato.
- Esecuzione: Su ordine del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI), un commando partigiano viene incaricato di eseguire la condanna a morte. Nel pomeriggio del 28 aprile 1945, Mussolini viene prelevato dal luogo di detenzione (una casa colonica a Bonzanigo) e condotto davanti al cancello di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra, dove viene fucilato.
- Epilogo: Il giorno successivo, 29 aprile 1945, il suo corpo viene portato a Piazzale Loreto a Milano, esposto al pubblico e qui vilipeso da una popolazione inferocita.
Dopo quella sua confessione, Mussolini muore dunque in piena serenità, riconciliato con Dio e con la Patria, Patria che è stata da lui, a suo modo, tanto amata, quando tradita.
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