La lezione politica del Presidente Mattarella
di Giulio Portolan (*)
(*) politico
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Credits: Quirinale.it |
CHI È SERGIO MATTARELLA
È nato a Palermo il 23 luglio 1941. Laureato in Giurisprudenza nel 1964 all’Università “La Sapienza” di Roma con il massimo dei voti e la lode, è anche avvocato e docente di diritto parlamentare presso la Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Palermo fino al 1983, quando è entrato a far parte della Camera dei Deputati. Il suo percorso politico ha origine all’interno del filone di impegno cattolico-sociale e riformatore. Eletto deputato per la Democrazia Cristiana nel 1983 nella circoscrizione della Sicilia occidentale, ha fatto parte della Camera dei Deputati sino al 2008. In queste sette legislature ha fatto parte di diverse Commissioni.
Dal 1987 al 2001 è stato
- Ministro dei Rapporti con il Parlamento
- Ministro della Pubblica Istruzione
- Vice Presidente del Consiglio dei Ministri
- Ministro della Difesa
Nelle elezioni politiche del 2008 non si è ricandidato e ha concluso la sua attività politica.
Nel maggio 2009 è stato eletto dal Parlamento componente del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, di cui è stato Vice Presidente.
Il 5 ottobre 2011 è stato eletto Giudice Costituzionale dal Parlamento ed è entrato a far parte della Corte Costituzionale con il giuramento dell’11 ottobre 2011.
Il 31 gennaio 2015 è stato eletto dodicesimo Presidente della Repubblica. Il 29 gennaio 2022 è stato rieletto Presidente della Repubblica.
IL TESTAMENTO DI MATTARELLA
Sergio Mattarella: uomo politico e statista. Massima personalità politica del XX-XXI secolo e della storia della Repubblica italiana. Probabile futuro santo della Chiesa Cattolica insieme al fratello Piersanti (ucciso dalla mafia), iscritti nel Calendario.
Mattarella da sempre fonda il suo mandato sulla trasmissione al popolo italiano di un fondamentale senso di speranza verso il futuro, senza nascondere i problemi, e le urgenze, anche di sicurezza, del nostro tempo.
Critico verso Israele, in modo diplomatico e prudente, non ha taciuto a rischio di ritorsioni, sulla Russia.
Mattarella è il grande teorico della democrazia, delle Istituzioni repubblicane, del rispetto dei diritti della persona.
Nelle dichiarazioni del Quirinale egli trova parola anche per le persone LGBTQIA+.
Io Giulio Portolan, da sempre affascinato dai totalitarismi e dalle dittature, rigettando di esse (se mai sia possibile separarlo da esse) l’aspetto della violenza, sono personalmente rimasto istruito e educato dalla lezione di Mattarella, da cui ho appreso in modo definitivo il senso del rispetto per le Istituzioni e per le persone, per la democrazia e per la Repubblica.
Principe dei diplomatici, avvocato dei diritti, faro di speranza nel nostro tempo, e grande europeista (anche questa lezione ho appreso da lui), fautore e artefice della pace nel mondo, apre le porte del Quirinale ai disabili e agli altri soggetti deboli e fragili. Queste le ultime dichiarazioni dal sito del Quirinale (24 settembre 2025): “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato – ai sensi di quanto previsto dall’art. 87 comma 11 della Costituzione – quattro decreti di grazia, in ordine ai quali il Ministro della Giustizia a conclusione della prescritta istruttoria ha formulato avviso favorevole.”
Amante della cultura, dell’arte, cultore del diritto, difensore di ogni senso della giustizia, lo si vede partecipare alle riunioni del Consiglio Superiore della Magistratura e dell’Accademia dei Lincei, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte Suprema di Cassazione, alle aperure di inizio anno delle Università italiane e delle scuole pubbliche; recarsi quindi nelle Città e nei più piccoli Paesi d’Italia in varie occasioni celebrative e ricorrenze; salire sull’Altare della Patria insieme alle altre più alte cariche della Repubblica e a quelle militari, quindi presiedere il Consiglio Supremo di Difesa, e tantissimi altri impegni e momenti celebrativi e istituzionali della Repubblica (incontri con i diplomatici, con i prefetti, con esponenti della Chiesa cattolica, con quelli della Comunità ebraica a Roma).
Il suo secondo mandato scadrà in gennaio 2029 (tra tre anni e quatto mesi): egli dunque condurrà la Nazione nella pienezza del tempo, in situazioni sempre più complesse, forse caratterizzate da maggiore incertezza e insicurezza, e non abdicherà al suo ruolo rimanendo saldo riferimento morale e giuridico per tutti gli Italiani, per l’Europa e per il mondo intero, che se non andrà al fine in guerra ciò sarà dovuto alle sue grandi doti di medazione.
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