La concezione della scienza economica nel sistema epistemico portolaniano
In questo breve saggio si propone un modello generale alternativo alla concezione capitalistica della produzione, fondato su una ridefinizione epistemica dell’economia in funzione della sua essenza ontologica.
Il modello parte da alcune premesse fondamentali:
- L’oggetto proprio dell’economia non è la sostenibilità intesa come criterio esclusivo, bensì il benessere globale.
- Il beneficiario del benessere deve necessariamente essere l’intera umanità e non un singolo individuo o una specifica classe sociale.
- Qualora il modello economico privilegi solo una parte della collettività umana, esso non può essere considerato economia in senso pieno, bensì un modello sociologico di potere che simula l’economia.
- Il capitalismo, inteso come sistema basato sulla libertà degli attori economici e sull’assenza di intervento statale (liberismo), aspira a configurarsi come modello economico, ma le evidenze empiriche e statistiche ne negano la piena validità.
Gli studi portolaniani sul capitalismo (economia di mercato) si caratterizzano per un approccio:
- non ideologico e non polemico;
- di valorizzazione morale del sistema capitalistico;
- di constatazione empirica del fallimento sistemico, che coinvolge lavoratori, imprenditori e grandi capitalisti.
- l’industria petrolifera è storicamente organizzata in cartelli;
- l’industria bellica è assimilabile allo Stato, essendo sostenuta da appalti pubblici;
- le industrie automobilistiche, pur più vicine al mercato libero, operano in oligopoli con influenze politiche e sussidi, come dimostrato dal caso FIAT negli anni ’80, e da condizionamenti ideologici e politici (es. mercato televisivo italiano dall’epoca Berlusconi).
Da queste premesse si propone una definizione rigorosa: l’economia è la scienza che studia e realizza la produzione tecnica del benessere per l’intero genere umano. Ne consegue che:
- Il sistema economico, in quanto tale, deve escludere povertà e precarietà.
- Il benessere va inteso non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi, con riferimento alla qualità della vita, escludendo pertanto lo sfruttamento del lavoratore.
Sebbene questa visione possa apparire utopica, non si discute qui la fattibilità pratica, né si ascrive tale modello a un’ideologia socialista, ma si definisce scientificamente cosa è e cosa non è economia:
- Un modello di produzione che non realizzi queste condizioni è una forma sociologica di potere e non un modello economico.
- L’economia è esclusivamente la produzione di benessere universale, senza povertà, precarietà e sfruttamento.
Inoltre, la teoria economica deve rispettare i seguenti assunti fondamentali:
- Le risorse, anche qualora non scarse, devono essere gestite come se fossero limitate, per evitare sprechi.
- Devono valere le leggi della domanda, dell’offerta e del prezzo di equilibrio.
- Restano validi i concetti di scarsità, utilità, marginalità, preferenza e profitto, ma sempre subordinati al principio di massimizzazione del benessere collettivo.
- I principi di sufficienza e sostenibilità, spesso impiegati per limitare l’accesso di alcune popolazioni al progresso, vengono esclusi dal modello, in quanto tendono ad abbassare gli standard di benessere, specialmente per i paesi occidentali.
Una domanda cruciale riguarda la capacità del pianeta di sostenere standard di benessere consolidati (ad esempio quelli occidentali) per le popolazioni di Cina e India, ciascuna con circa 1,5 miliardi di abitanti, in termini di risorse energetiche e infrastrutturali. Pur senza una risposta definitiva, è imprescindibile che il sistema economico tenda comunque alla massimizzazione del benessere globale per poter essere definito economia in senso scientifico.
Riferimenti bibliografici
Sen, Amartya. Development as Freedom. Oxford University Press, 1999.(Fondamentale per il concetto di benessere e sviluppo umano come scopo dell’economia).
Stiglitz, Joseph E., Sen, Amartya, Fitoussi, Jean-Paul. Mismeasuring Our Lives: Why GDP Doesn’t Add Up. The New Press, 2010.
(Critica alla visione tradizionale del PIL e valorizzazione del benessere qualitativo).
Piketty, Thomas. Capital in the Twenty-First Century. Harvard University Press, 2014.
(Analisi critica delle disuguaglianze generate dal capitalismo).
Keen, Steve. Debunking Economics: The Naked Emperor Dethroned? Zed Books, 2011.
(Critica ai fondamenti teorici del capitalismo e all’economia neoclassica).
Mazzucato, Mariana. The Value of Everything: Making and Taking in the Global Economy. PublicAffairs, 2018.
(Analisi del ruolo dello Stato e delle dinamiche di mercato reali contro le teorie liberiste).
The Economist Intelligence Unit. Global Liveability Index, annual reports.
(Indicatori per la qualità della vita e benessere).
OECD. Better Life Index. https://www.oecdbetterlifeindex.org/
(Indicatori di qualità della vita e benessere, che ampliano la misura economica tradizionale).
Raworth, Kate. Doughnut Economics: Seven Ways to Think Like a 21st-Century Economist. Chelsea Green Publishing, 2017.
(Modello economico alternativo incentrato sul benessere e sui limiti planetari).
Ricerca epistemica e progetto-episteme Aracne edistrice - (La ricerca epistemica, descritta in questo libro che ne riassume le tappe (1992–2020) con un linguaggio originale, rientra all’interno del progetto–episteme, a carattere politico, che gli studi epistemici dimostrano non essere utopico).
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